Le società calcistiche di serie A sono sempre più oggetto di conquista da parte di imprenditori esteri, soprattutto asiatici e americani. Nel campionato italiano sono molte le squadre che cercano di trasferire la proprietà dalla squadra all’estero, come la Roma, che dopo una lunga trattativa in agosto è passata dallo statunitense James Pallotta al connazionale Dan Friedkin, ma molti altri club sono nella stessa situazione, a partire dal Genoa, che negli ultimi anni ha avuto svariate offerte, con l’interessamento di molti imprenditori italiani e turchi, anche se il presidente Enrico Preziosi le ha respinte al mittente perché poco concrete. Ad esempio quella dell’imprenditore Matteo Manfredi, specializzato nella gestione di patrimoni di facoltose famiglie private, assieme a Andrea Radrizzani, proprietario della azienda Aver Ventures, che Preziosi ha sollecitato a rendere pubblica l’offerta, per far vedere anche alle altre persone quanto era ridicola, senza mai ricevere risposta. Altre offerte sono arrivate per il club rossoblù, ma tutte inconsistenti alla prova dei fatti.

Situazione nelle squadre medie
Se Pegli piange, Bogliasco non ride: la Sampdoria rimane in attesa di qualcuno che voglia rilevare le quote di Massimo Ferrero, che ha discusso con i suoi consulenti l’intenzione di cedere il club blucerchiato, ma dopo il fallimento di alcune trattative con la cordata di investitori di cui faceva parte l’ex calciatore e bandiera doriana Gianluca Vialli, con un’offerta di circa 50 milioni di euro, tutto si è bloccato, anche perché Ferrero ne chiede almeno 100, debiti esclusi. Alla galleria delle provinciali in vendita occorre aggiungere il Parma, che quest’estate è stato acquistato dallo statunitense (di origini italiane) Kyle Krause, che si unisce alla nutrita tribù di proprietari americani: non solo la Roma, ma anche il Bologna di Joe Tacopina e la Fiorentina del vulcanico Rocco Commisso.

E le due milanesi?
Non abbiamo citato finora Milan e Inter perché le due storiche società milanesi richiederebbero uno spazio molto più ampio. I rossoneri sono passati dalla proprietà Berlusconi attraverso varie trattative, alcune degne di una spy story con personaggi misteriosi come “Mister Bi” e “Mister Li”, tanto che anche oggi non è chiaro chi sia il vero proprietario della società, se il fondo Elliott oppure qualche investitore che non vuole rivelarsi (la vicenda del Diavolo è stata oggetto anche di inchieste giornalistiche che non hanno sciolto tutti i dubbi). Fino al 2021 era stata più tranquilla la situazione dei neroazzurri, ceduti da Massimo Moratti all’imprenditore indonesiano Erik Thohir, il quale aveva visto nel Biscione l’occasione di arricchirsi, sistemando in parte i conti del club per poi cederlo a un nuovo proprietario, individuato nella famiglia Zhang, detentrice di un impero industriale in Cina, il colosso Suning. Sembrava che con l’avvento degli Zhang per l’Internazionale si aprisse una nuova era di successi, col ritorno sulla scena mondiale, invece la pandemia ha complicato i piani della proprietà cinese e l’ha costretta a pensare di cedere tutte le attività non legate al core business aziendale, tra cui anche la Beneamata, che si trova nella situazione paradossale di essere prima in classifica con un bel cartello “vendesi” appeso alla maglia.
La situazione delle cugine di Torino
Per alcune società che sono passate di mano, ce n’è una saldamente italiana, che però i tifosi vorrebbero fosse ceduta. E’ il Torino di Urbano Cairo, che finora ha sempre smentito ogni ipotesi di vendita, anche se si moltiplicano le voci che vorrebbero in pista imprenditori desiderosi di vedere i Granata tornare a lottare nella parte alta della classifica, capaci di competere con i cugini e acerrimi rivali della Juventus; negli ultimi anni il derby non ha avuto storia, anche perché i bianconeri hanno dominato in Italia, portando avanti il percorso di vittorie che caratterizza da decenni la squadra di proprietà della famiglia Agnelli.
Gabriele Denti,3A SIA