6.3 C
Vigevano
giovedì, Gennaio 23, 2025
HomeGiornaleCultura & ApprofondimentiAlla scoperta del "Binge eating disorder"

Alla scoperta del “Binge eating disorder”

-

I

Il Binge Eating Disorder è un disturbo alimentare letteralmente tradotto in “abbuffata di cibo
ed indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo (anche se non si ha effettivamente appetito) in un tempo relativamente breve, con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto si sta mangiando.
Queste crisi compulsive sono spesso accompagnate da un forte disagio e da senso di colpa e vergogna; proprio per questo, la maggior parte delle persone soggette a questo disturbo mangiano di nascosto.

Unhappy stressed woman

Il Binge Eating Disorder è simile alla bulimia nervosa ma, a differenza di essa, l’abbuffata non è seguita da vomito indotto; le persone soggette a questo disturbo, spesso cercano di controllare il loro peso alternando periodi di abbuffate a periodi nei quali mangiano pochissimo.

Ovviamente, il mangiare in quantità eccessiva solo occasionalmente, non significa avere un disturbo di alimentazione incontrollata, ma se questi episodi diventano frequenti è opportuno chiedere aiuto ad uno specialista.
Normalmente la BED viene diagnosticata a chi soffre di queste crisi almeno una volta alla settimana e per almeno due mesi continuativi.

La maggior parte delle persone affette da questo disturbo sono donne e uomini di età media.
Alcuni fattori che possono provocare il rischio di sviluppare questo disturbo sono: depressione e ansia; stress, rabbia o noia; traumi passati non risolti.
La BED può verificarsi soprattutto se si ha la tendenza a saltare i pasti, oppure se si seguono diete restrittive per perdere peso squilibrate, spesso frutto del metodo “fai da te”; in questi casi può aumentare infatti la voglia di abbuffarsi.

Anche traumi e conseguenti distorsioni cognitive (cioè il fissarsi su ragionamenti sbagliati) potrebbero essere tra le cause del disturbo conosciuto con l’acronimo di BED.
Spesso, nelle persone sofferenti di BED, troviamo: bassa autostima; percezione negativa del proprio corpo; tendenza agli sbalzi d’umore.

Chi ne soffre può facilmente incorrere nel disturbo dell’obesità, ma non solo. Possono infatti sorgere altre complicazioni quali il diabete, problemi cardio-vascolari, ormonali, cardio-respiratori o di ipertensione.

alimentazione - falsi miti

Per curare questo disturbo bisogna intervenire su più fronti; infatti, una cura efficace deve prendere in considerazione la parte medico-internistica, quella nutrizionale ma anche e soprattutto quella psicologica.
Per quanto riguarda l’aspetto nutrizionale è importante che il paziente abbia un piano nutrizionale equilibrato; la cura prevede lo sviluppo di un corretto stile alimentare per evitare “cibo spazzatura”, in modo da mangiare regolarmente senza arrivare mai ad avere “troppa fame”.
La cura psicologica invece prevede una rieducazione emotiva per imparare a riconoscere le proprie emozioni. Oltre al lavoro specifico sul rapporto tra emozioni e cibo, la cura psicologica, si concentra sull’aspetto interiore del paziente.

Chiedere aiuto ad uno specialista è il primo passo da compiere per uscire da questo disturbo che può modificare profondamente e in negativo la vita di un individuo e di chi gli sta vicino, andando a ripercuotersi anche sulla rete delle relazioni sociali.

In una testimonianza da me raccolta, una ragazza che soffre di questo disturbo, ha affermato che non si è mai accettata e ha passato buona parte della sua vita a pensare di non essere abbastanza e di non essere all’altezza. Ha pensato che nessuno avrebbe mai potuto amarla, perché grassa. Ha passato troppo tempo a sentirsi dire che doveva evitare di mangiare troppo, perché “non fa bene”; ovviamente tutto questo inutilmente, perché è come dire ad una persona anoressica che dovrebbe mangiare di più o a un tossico che non dovrebbe fumare più.
Chi è sovrappeso non è stupido e sa benissimo che quello che fa non è “giusto”. Questa ragazza afferma che non è colpa sua se è grassa così come non è colpa di un tossico se fuma o di un anoressico se non mangia, ma è colpa del disturbo a monte, che porta queste persone ad essere dipendenti da cibo e sostanze.

Da questa preziosa e coraggiosa testimonianza possiamo comprendere che non è necessario dire “non mangiare così tanto” per far sì che la persona che soffre di BED smetta automaticamente di mangiare eccessivamente, poiché per uscire da questo malessere è fondamentale seguire un percorso, spesso lungo e difficile, durante il quale si cercano di risolvere almeno in parte i propri problemi, fino a trovare l’armonia ed il giusto equilibrio.

Martina Giovinazzo, 3C TUR

imperdibili
scopri di più

Prima regola: odia tutti, calpesta tutti!

Ciao, mi chiamo N…, sono una ragazza di tot anni e vivo da qualche parte. Mi piace molto esprimere il mio parere e dire...