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Istituzioni democratiche e donne in politica (e non solo)

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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale il panorama politico italiano era particolarmente complesso: i rappresentanti di Sinistra ritenevano che la monarchia fosse profondamente compromessa mentre i liberali e i cattolici la percepivano ancora come una forma di governo del tutto valida. Cosicché il 2 giugno 1946 si procedette al voto: tutti gli Italiani maggiorenni (e, per la prima volta, furono comprese le donne) si recarono ai seggi e vinse la Repubblica. Ne conseguì la necessità di scrivere una Costituzione e se ne occupò appunto l’Assemblea Costituente, organo legislativo.

Nilde Iotti
Nilde Jotti

L’Assemblea Costituente era composta da 556 membri, 21 di questi donne, ma solo 75 si occuparono unicamente della stesura della Costituzione. Nello specifico la commissione dei 75 venne divisa in tre sottocommissioni: la prima dedicata ai diritti e doveri dei cittadini; la seconda dedicata all’organizzazione costituzionale dello Stato; la terza dedicata ai diritti e doveri economico-sociali.

Le 21 donne elette furono definite le “Madri Costituenti”. Pur appartenendo a schieramenti politici diversi, fecero spesso fronte comune per l’affermazione dell’uguaglianza giuridica fra i sessi, per il superamento dei tanti ostacoli che rendevano difficile la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale ed economica del paese. Una delle madri costituenti, Nilde Jotti, trent’anni dopo divenne la prima donna Presidente della Camera.

Et en France?

Il popolo francese proclamò solennemente il suo attaccamento ai Diritti dell’uomo e ai principi che sono definiti nella Déclaration del 1789.

La France est une République indivisible, laïque, démocratique et sociale. Elle assure l’égalité devant la loi de tous les citoyens sans distinction d’origine, de race ou de religion. Elle respecte toutes les croyances. Son organisation est décentralisée.

Le disuguaglianze tra i sessi si manifestano in diversi ambiti: lavoro, rappresentanza politica, sfera privata (in particolare della ripartizione dei compiti domestici, violenza, aborto).
E’ interessante notare come già all’inizio del XIX secolo in Francia la legislazione prendesse in considerazione il ruolo della donna, seppur con molti limiti:

nel 1804, infatti, in Francia fu promulgato le Code Civil nel quale sono presenti degli articoli riguardanti in particolare il divorzio (in Italia tali articoli sono stati introdotti il 1 dicembre 1970), come ad esempio l’Art.230 che recita:

La femme pourra demander le divorce pour la cause d’adultere de son mari, lorsqu’ai aura tenu sa concubine dans la maison commune.

¿Y en España?

Il primo articolo della Costituzione spagnola definisce la Spagna come uno stato sociale e democratico, ma essa è anche una monarchia.

En la monarquía el monarca reina pero no gobierna, es decir que tiene un papel básicamente representativo.

La monarchia spagnola è vitalizia ed ereditaria, attualmente il re è Felipe de Borbon che regna dal 19 giugno 2014 con il nome di Felipe VI.

La representación de género en España

ni una menos
movimiento feminista Hispanoamericano

En los últimos 40 años las mujeres han conquistado crecientes parcelas de la esfera pública: por primera vez el rey ha elegido un ejecutivo con mayoría femenina.

Le ministre sono undici e i ministri sei, più il premier (Pedro Sánchez) e tutte ricoprono degli incarichi chiave: dalla vicepresidenza con Carmen Calvo (costituzionalista), alla Giustizia con Dolores Delgado (giudice dell’Audiencia Naciónal, esperta di terrorismo jihadista, diritti umani e giustizia universale).

En futuro la princesa Leonor (si querria) podrà casarse con una persona del mismo sexo sin renunciar a sus derechos dinasticos.

In alcuni paesi europei, tra cui la Spagna, in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale, c’è la possibilità di avere una monarchia con due regine (o due re).

What about anglo-saxon countries?

In generale sia Great Britain e USA soddisfano i criteri di “democracy”: entrambi hanno il suffragio universale e sono ritenuti responsabili verso il popolo.

The universal suffrage è qualcosa di necessario se un Paese vuole essere democratico. La differenza principale è che UK è una Constitutional Monarchy (basata sulla Common Law, una serie di regole non scritte dettate dalle consuetudini giudiziali utilizzate in passato), USA è una Federal Republic (basata su una Written Constitution, scritta nel 1789).

Il potere legislativo in Great Britain risiede nel Parliament (diviso in House of Commons e House of Lords), mentre negli USA esso risiede nel Congress (diviso in House of Representatives e Senate).

Kamala Harris
Kamala Harris

La presenza delle donne all’interno della politica inglese è lampante: Her Majesty Queen Elizabeth II è una delle regine più longeve e amate dal popolo anglosassone. Ma la vera novità per quanto riguarda le donne in politica è accaduta nel 2020 con le elezioni presidenziali, in quanto Kamala Harris è divenuta la prima Vice President donna e la prima vicepresidente asio-americana della storia degli Stati Uniti d’America. La mamma di Kamala Harris nacque in India, in una casa dove l’attivismo politico era pane quotidiano: sua nonna era solita accogliere in casa le donne vittime di abusi, mentre il nonno faceva parte del movimento per l’indipendenza dell’India.

ll vicepresidente svolge le funzioni di presidente in qualsiasi caso egli ne sia impedito e gli succede in caso di vacanza della carica di questo.

Ma la Vice President non mira solo a ricoprire il suo incarico, infatti ha molti altri obiettivi. Uno di questi è rendere il 100% dei veicoli circolanti negli Stati Uniti a zero emissioni entro il 2045. Inoltre ha dichiarato la volontà di rendere gli Stati Uniti il primo produttore al mondo di veicoli elettrici.

Nel corso della Storia (ma in modo particolare negli ultimi anni) la figura della donna, ha sicuramente ottenuto maggiore importanza in ogni campo: basti pensare a Margherita Hack, prima donna chiamata a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, o a Francesca Michielin che, per la prima volta nel 2022, ha diretto l’orchestra del Festival di Sanremo. Per quanto riguarda la politica, il percorso è stato ancora più tortuoso e continua ad esserlo, forse perchè la donna è ancora ritenuta “non adatta” e “meno rispettabile” in confronto ad una figura maschile. Ad esempio in Italia, la prima donna ad essere Presidente del Senato è stata Maria Elisabetta Alberti Casellati, in carica dal 2018.

La vera uguaglianza di genere, così in politica come in ogni altro ambito, si otterrà quando la figura femminile sarà esattamente alla pari con la figura maschile; quando non saranno più necessarie le quote rosa per includere le donne nella vita politica e sociale; quando si smetterà di utilizzare la parola “mammo” per definire un uomo casalingo. La parità si otterrà quando smetterà di essere pronunciata la frase “è la prima donna a…”, perché solo a quel punto la donna avrà davvero ricoperto ogni incarico, in passato considerato prerogativa maschile.

Federica Caradonna, 5A RIM

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