La dipendenza affettiva è un problema molto diffuso sia tra i giovani che tra gli adulti. Si parla di questo disturbo quando l’amore si trasforma in qualcosa di ossessivo, la relazione di coppia viene ritenuta indispensabile per la propria esistenza e la più grande paura diventa quella di perdere il proprio partner anche se, in realtà, il più grande rischio in questo tipo di relazioni è quello di perdere proprio se stessi.
Infatti questa condizione porta la persona che ne soffre a non darsi più la giusta importanza; tutte le energie vengono investite per l’altra persona, alla quale vengono date sempre più attenzioni, spesso non ricevendone in cambio altrettante; ciò ovviamente causa malessere fisico e psicologico.
Ho intervistato una ragazza, il cui contributo ritengo importante per spiegare meglio cosa significhi nel concreto avere una dipendenza affettiva.
D- Come hai scoperto di soffrire di dipendenza affettiva?
R- Ero fidanzata con il mio ragazzo da circa un anno e mezzo, quando ho iniziato a sentire una strana sensazione ogni volta che lui era lontano da me. No, non mi riferisco a sentirne la mancanza, questo è normalissimo. Appena metteva piede fuori casa mia, o viceversa, provavo una profonda tristezza e non riuscivo più a studiare o a fare qualsiasi altra attività senza pensare a lui e farmi paranoie ogni attimo. Così ho iniziato a insospettirmi: questa condizione non la sentivo normale.
D- Hai avuto il coraggio di parlarne con qualcuno?
R- Inizialmente no; avevo paura che parlandone con qualcuno, la persona in questione capisse la mia fragilità e potesse fare qualcosa che si ritorcesse contro di me. Un giorno ho preso coraggio e ti assicuro che me n’è servito molto e ne ho parlato con mia mamma. A questo punto, lei, che non si aspettava nulla di tutto ciò, mi ha consigliato di parlarne con una psicologa. Ero molto spaventata, ma l’ho ascoltata.
D- Dalle tue parole ho intuito che questa situazione ti ha creato molti disagi in ambito psicologico, sbaglio?
R- Hai ragione. La continua preoccupazione che lui potesse andarsene, lasciarmi sola, mi tormentava molto più del dovuto. Senza di lui mi sentivo impotente, non riuscivo a fare nulla; infatti pretendevo che ci vedessimo ogni giorno, ma la mia sete di attenzioni non si colmava nemmeno in questo modo.
Avevo sempre qualcosa per cui stare male, anche se tra di noi andava tutto bene; mi preoccupavo se usciva con i suoi amici, perché avevo paura che gli dicessero qualcosa che lo facesse allontanare da me o che gli facessero conoscere un’altra ragazza che poi avrebbe preso il mio posto. Mi sentivo continuamente distrutta: è stato un periodo veramente buio
D- Che effetti hanno avuto i tuoi comportamenti ossessivi sul partner?
R- Beh, si è avverato proprio quello che non avrei mai voluto che accadesse! Si è allontanato da me piano piano; all’inizio ha cercato di farmi capire che così era troppo, dicendomi spesso che gli sembrava di parlare con un muro. Io non sapevo come comportarmi, sembrava lo facessi apposta, ma in realtà mi veniva tutto istintivo. In sintesi, ho fatto del male anche a lui, oltre a me stessa; gli ho fatto provare così tanta ansia e preoccupazione da portarlo a lasciarmi.
D- Come hai affrontato la rottura?
R- La rottura è stata difficilissima da mandare giù. Sentivo che il mondo mi stava crollando addosso, non avevo più motivazione, passavo le mie giornate a piangere nella mia camera e non riuscivo nemmeno a mangiare. Anche lui ovviamente ha sofferto per questo, ma non a lungo e in modo grave quanto me; dopo quasi un anno, infatti, ero ancora al punto di partenza. Ed è stato proprio in quel momento, che ho deciso di chiedere aiuto.
D- Come l’hai superata?
R- L’ho superata parlandone con la mia psicologa e con tanta, tantissima forza di volontà. Non è stato facile, ma voglio dire a chi potrebbe trovarsi in una situazione simile proprio ora, che non è impossibile uscirne! In primis è necessario trovare il coraggio di parlarne a qualcuno di fidato o, ancora meglio, di competente, come nel mio caso. Non è un problema da sottovalutare, perché può causare anche traumi.
D- Un consiglio che daresti alle persone che credono di soffrirne?
R- Come ho detto in precedenza:
parlatene!
Per prevenire tutto ciò, ricordatevi e ripetetevi che il solo cardine della vostra vita siete voi e nessuno potrà mai essere più importante di voi stessi. Prima di incanalarsi in una situazione del genere, imparate ad amarvi e a prendervi cura di voi stessi; solo dopo questo passo, potrete creare un rapporto sano con un’altra persona.
Alessandra Morandi, 3A SIA