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venerdì, Marzo 29, 2024
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Il Casale raccontato dai collaboratori scolastici

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Come vedono la scuola i collaboratori scolastici? Il loro ruolo li rende osservatori privilegiati delle dinamiche che si svolgono tra i corridoi e le aule del Casale, per scoprire questo punto di vista Voci di Corridoio ha deciso di intervistarne due: il signor Antonio, roccia dell’istituto e autentica memoria storica, e Jessica, la più giovane del gruppo.

Antonio

Lei è qui da molti anni, ha notato cambiamenti nella scuola?

«Si, soprattutto in alcuni indirizzi. Per esempio i geometri secondo me sono peggiorati: sia come numero sia come classe sia come comportamento… e anche come insegnanti. In generale le cose si sono evolute e non c’è più la classica materia di una volta, che si faceva quella e basta»

Il suo ruolo è cambiato o è sempre rimasto lo stesso?

«Si, è cambiato. C’è molta più responsabilità. Non è più il classico bidello che entra, pulisce la lavagna, pulisce per terra e va via. C’è da fare un po’ di sorveglianza, stare attenti, controllare e aiutare gli insegnanti che hanno bisogno di aiuto. È cambiato un po’, insomma c’è più senso del dovere»

Che rapporto ha con gli studenti?

Un rapporto ottimo. Mi piace stare con loro, parlarci, ascoltarli, vengono da me, si confidano, ridiamo e scherziamo. Veramente ottimo

E con i docenti?

«Anche con loro buono. Come in tutti i lavori, anche nel campo dell’insegnamento, ci sono i più bravi, i più attivi e comprensivi. Nessun tipo di problema. Basta avere pazienza da ambo le parti.»

Con i colleghi com’è il rapporto?

«Con i colleghi è un po’ più complicata la cosa, perché ultimamente abbiamo un sacco di difficoltà, problemi sia di carattere lavorativo sia di comunicazione. C’è chi ha qualche problema fisico quindi non può fare certe cose, qualcuno che ne approfitta, altri hanno un po’ più difficoltà con il lavoro. Inoltre sono l’unico uomo ed è un po’ più difficile andare d’accordo»

E’ soddisfatto del suo lavoro?

«Certo, tantissimo. Mi piace veramente tanto. Non ho mai voluto cambiare, mi sono sempre trovato benissimo ovunque io sia andato. Anche se sono stato in poche scuole, mi sono sempre trovato benissimo»

Per lei che importanza ha il Casale?

«Ci passo sette/otto ore della giornata ogni giorno, è un po’ come se fosse casa mia. Mi trovo molto bene, so cosa fare, mi muovo tranquillamente, conosco praticamente tutto e tutti. Non mi è mai pesato venire a lavorare, anche a certi orari e stare fino a sera tardi, non c’è nessun problema. Non dico che è come una seconda casa, però ci passo tanto tempo e ci sto bene»

Insomma qui è felice.

«Sono veramente contento dei ragazzi e della scuola. Poi essendo tanti è difficile che tutto funzioni alla perfezione, però se ci impegnamo, con un po’ di pazienza e rispetto per il lavoro degli altri, non ci dovrebbero essere problemi»

Secondo lei cosa si potrebbe migliorare?

«In ogni classe ci sono non più di nove insegnanti e io credo che non sarebbe difficile riunirsi e avere una linea comune con i ragazzi, con l’insegnamento. Ogni materia è a sé però come comportamento e come esempio, perchè secondo me l’insegnante deve dare l’esempio, dovrebbero mettersi d’accordo e agire tutti allo stesso modo. Non mi sembra giusto che durante l’ora di un insegnante gli studenti facciano quello che vogliono, mangino, dormano, bevano e invece con un altro stiano tutti attenti e mantengano un certo comportamento.

Bisognerebbe trovare una via di mezzo e avere un comportamento comune in modo che i ragazzi possano rendersi conto che ci si deve comportare sempre in un certo modo. Questo mi piacerebbe e invece vedo che non succede

Jessica

Per te sono le prime esperienze in quest’ambito, come ti trovi?

«Lavorativamente bene, ci sono i pro e i contro come in ogni lavoro. Il contro più grande per me è che sono sola qui e la mia famiglia è giù. Inoltre, vista la situazione, non sai per quanto lavori, ti senti sempre un po’ in bilico.»

Com’è stato per te il trasferimento a Vigevano?

«Un po’ difficile. Sicuramente per il fatto che mi ritrovo sola e poi il clima è completamente diverso, come anche le persone: qua vanno più di fretta e l’argomento principale è sempre lavoro su lavoro, giù l’approccio è diverso»

Che rapporto hai con gli studenti?

«Con gli studenti mi trovo bene, alla fine credo che mi vedano quella più vicina a loro essendo che come età siamo lì. In Calabria gli studenti sono molto più agitati»

E con i docenti?

«Mi trovo bene, non ho mai avuto problemi con loro, a volte qualcuno è un po’ freddo»

Con i colleghi com’è il rapporto?

«Tra noi colleghi ci sono sempre problemi, come in tutti i lavori.

Ci chiamano collaboratori scolastici, ma non collaboriamo.

Per fare un esempio, se siamo due persone su un piano e c’è un problema, lo si risolve in due non in uno»

Secondo te al Casale cosa si potrebbe migliorare?

«La comunicazione è molto importante. Anche l’organizzazione si può migliorare, pianificando le cose con un respiro più ampio. Per esempio se si sa già una cosa a gennaio, è inutile aspettare e dirlo a febbraio»

Come vedevi il tuo lavoro di oggi quando eri studentessa?

«Da me c’erano le cooperative. L’ho sempre considerato un lavoro dignitoso»

Quando andavi a scuola tu com’erano i rapporti tra studenti e collaboratori?

«Noi giù con i collaboratori scherzavamo tanto. Ora all’intervallo i ragazzi stanno per la maggior parte tra di loro»

Sei soddisfatta di questo lavoro?

Sì. La cosa che mi dispiace però è che viene un po’ sminuito. Secondo me non è “faticoso”, ho lavorato in ristoranti e supermercati e il carico era diverso; alla fine io faccio le mie sette ore, ma non sono impegnative. Per me è un lavoro tranquillo, si sta bene

Ultimamente stanno aumentando i collaboratori giovani, da parte tua perchè questa scelta?

«Questa scelta l’ho fatta perchè dove abito io il lavoro c’è fino a un certo punto. La maggior parte delle occupazioni sono in nero e soprattutto non vieni mai ripagato per quello che fai. Più che altro volevo trovare delle prospettive più sicure con cui affrontare il domani»

Fatima Sayari, 4A SIA

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