A tutti è sempre stato insegnato che esiste il bene e il male, il buono e il cattivo, il bianco e il nero. Solo col tempo scopriamo che esistono i punti di vista, varie tonalità di grigio e che c’è sempre il rovescio della medaglia. Se citassi Tony Stark, il «genio, miliardario, playboy, filantropo» amato da un’infinità di persone, tutti penserebbero al bene che ha fatto, a coloro che ha aiutato e alle decine di volte che ha salvato il genere umano. È da ricordare però che senza le Stark Industries e le armi che rappresentano il cuore della produzione dell’azienda, “Iron Man” non avrebbe avuto le risorse necessarie per farlo. Il fine giustifica i mezzi: una frase fatta con cui si strizza Machiavelli in cinque parole e si vuole mettere a tacere qualunque discussione nel merito perché i pro sono tanti quanto i contro e ne nascerebbe un “Infinity War”. Se parlassimo però di Ultron o più recentemente di Thanos la stragrande maggioranza delle persone li additerebbe come cattivi e malvagi, una minaccia da debellare insomma, ma forse altre avrebbero da ridire.
Il grande alieno viola è davvero il mostro crudele e spietato il cui unico obiettivo è sterminare metà della popolazione dell’universo?
O la sua è solo una visione diversa da quella dei mitici Avengers, che non ha altro obiettivo se non diminuire l’entropia dell’universo, seppure adottando una soluzione estrema? O, ancora, Thanos incarna proprio la figura del Principe di Machiavelli, che non agisce tanto su un piano morale quanto dell’efficacia della sua azione “di governo”?
Contro l’entropia
È necessario chiarire che il problema della sovrappopolazione, molto caro a Thanos, è reale non solo nell’universo MCU, ma anche nel nostro: nel 2015 difatti è stata la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, nel rapporto “Integrating population issues” ad affermare che
mentre la relazione tra dimensione della popolazione e crescita, consumo, tecnologia e ambiente sono tutt’altro che semplici, una minore crescita della popolazione combinata con modelli di consumo e produzione più responsabili allevierebbe la pressione sugli ecosistemi per generare cibo, preservare le risorse naturali e consentirebbe al mondo più tempo per identificare e adottare nuove tecnologie
Kevin Feige e i fratelli Russo, il produttore e i registi della saga, hanno visto nelle gemme dell’infinito una possibile soluzione al problema, per quanto drastica potesse essere.
Thanos afferma più volte nel corso del film di aver provato in prima persona la fame e la povertà e di essere deciso a portare a termine a qualunque costo il «grande piano», dimezzare la popolazione dell’universo, sacrificando persino la sua figlia prediletta.
Bisogna però sottolineare come la selezione del tutto casuale e non causale dei destinati a morire e dei sopravvissuti sembra rendere il gesto di Thanos non immorale o morale, ma semplicemente a-morale. Pur restando crudele e spietato, è come se si facesse carico di quello che ritiene un passaggio necessario per salvare l’intero universo, tanto che “Infinity War” è l’unico film della saga Avengers che si conclude con la vittoria del villain e solo in quello successivo, quando con una distorsione temporale Thanos decide di modificare il suo piano originale e di distruggere ogni forma di vita per plasmare una nuova galassia a sua immagine e somiglianza, si ripropone la contrapposizione buoni-cattivi con lieto fine annesso.
Thanos è “più uguale” degli altri
Esiste, di contro, un punto debole che porta a concludere che una simile tesi non è sostenibile: lo sterminatore si riserva il privilegio di “schioccare le dita” e si assicura la certezza di continuare a vivere. Questo progetto è più volte definito altruistico e benevolo dal suo ideatore, ma in realtà è profondamente egoistico. Thanos decima senza pietà qualsiasi pianeta abbia sotto mano e invita i sopravvissuti a vivere felici sapendo però che lui non avrebbe messo in gioco la sua vita. La soluzione al problema della sovrappopolazione dovrà essere cercata percorrendo altre vie.
Electra Arduini, 3A SIA