Riceviamo e pubblichiamo.
Ho sempre creduto che il mio scopo nella vita fosse quello di semplice portaoggetti e di scomodo cuscino nelle lezioni più monotone. Mai avrei pensato di vederti far altro che studiare, ascoltare e copiare. Invece ti ho accompagnato mentre parlavi, ridevi, ti divertivi, piangevi, litigavi e ti infuriavi.
Ti ho incontrato per la prima volta piccola e spaventata. Eri un coagulo di dubbi e incertezze e vivevi in balia della corrente. Ti lascio un po’ più grande e ancora timorosa, con dubbi e incertezze che non sono scomparsi, ma sono mutati come lo sei tu; più consapevole di te, degli altri, del mondo che ti circonda.
Abbiamo imparato insieme a socializzare e discutere senza perdere le staffe, a farci scivolare addosso i giudizi velenosi di chi non conosce, ma si diverte a giudicare, a distinguere il tuo valore dai voti che prendi, ad accettare che le ingiustizie succedono più spesso di quanto vorresti e che sono pochi i casi in cui puoi fare qualcosa.
Percepivo quanto mi detestassi all’inizio del nostro percorso, come mi considerassi il simbolo di un’imposizione, l’obbligo di stare seduta con l’unico scopo di riempirti la testa di informazioni. Hai notato il mio vero valore solo durante la pandemia, quando ci siamo allontanati per mesi eppure non ci siamo detti addio.
Non fraintendermi, i momenti di riposo sono stati essenziali nella nostra relazione. Soprattutto dopo le barbarie che mi venivano riservate alla fine degli anni. Le vacanze mi sono infatti servite per riprendermi, ma a volte mi giungevano voci di come la mia mancanza penetrava nelle tue viscere tanto da farti desiderare con tutte le tue forze di tornare prima del tempo.
Pensavo mi avessi tradito o abbandonato quando sei scomparsa senza preavviso. Invece, dopo un interminabile periodo, sei tornata diversa, cambiata. Hai finalmente capito che la scuola è in parti uguali nozioni e relazioni, ma soprattutto crescita. E, quando ci siamo rivisti, la consapevolezza dell’importanza dei rapporti umani e l’impossibilità di viverli senza distanze e mascherine è stata crudele, ma necessaria. Meno male che nel tempo la situazione si è stabilizzata: in modo graduale abbiamo ripreso i ritmi ed eliminato quelle divisioni che hanno lasciato però segni indelebili.
Recentemente mi hai salutato di nuovo per qualche giorno, ma sapevo che stavi pensando a me. Dopo 5 anni siete riusciti ad andare in gita. Mentre passeggiavi tra Trieste e Lubiana, ho realizzato quanto mi mancherai. Non prevale la tristezza però, perché sono consapevole che ti porterò con me per il resto della vita. Provo un’amara malinconia all’idea di abbandonare la nostra routine, mischiata a un brivido di terrore e curiosità per ciò che ti aspetta nel mondo là fuori.
Sono stati innumerevoli gli sbagli e le difficoltà affrontati in questi anni, ma hanno creato la versione di te che esiste ora. E, nonostante ci siano ancora molti aspetti che si possono migliorare, dovresti essere davvero felice di chi sei diventata. Ciò soprattutto grazie a chi ha condiviso con me e con te questo tempo, a chi lo ha dedicato a starti vicino anche quando non era semplice farlo.
Non posso fare altro che augurarti il meglio, ricordandoti che non sarai mai pronta del tutto per il futuro, ma che fermarsi per paura non può essere la soluzione. Vivi e ama nel modo più pieno, continuando a tenere i piedi per terra, ma senza prenderti troppo sul serio. E tutto, in un modo o in un altro, si risolverà.
Con affetto,
il tuo banco