La rivoluzione digitale non si è ancora conclusa che ne sta già iniziando una nuova con l’arrivo dei computer quantistici. L’unione di fisica e informatica ha reso possibile lo sviluppo di campi che nel passato erano ipotizzabili solo nei racconti di fantascienza di autori come Isaac Asimov, aprendo nuovi sbocchi di mercato; l’idea di investire nella ricerca ha attratto molte realtà. La scelta può spaziare dall’Intelligenza Artificiale (AI), all’ingegneria genetica, alla stampa 3D e appunto al vasto mondo del computer quantistici.
Proprio questi sono stati al centro dell’interesse negli ultimi anni, ad esempio per l’aiuto che stanno dando nel combattere la pandemia di Covid-19 o per le loro applicazioni nel futuro immediato e più prossimo. Ma partiamo con ordine. È essenziale capire cosa sia un computer quantistico e quali siano le sue capacità.
Un tale macchinario, attraverso leggi di fisica e meccanica quantistica, è in grado di svolgere calcoli molto veloci perché la sua unità di calcolo (qubit) permette di elaborare più dati contemporaneamente, cosa che i normali computer non possono fare. Se dovessimo confrontare il più potente computer quantistico in circolazione (Zuchongzhi, sviluppato in Cina) con un modello di super computer “classico” di ultima generazione, il loro rapporto di velocità nel compiere operazioni mostruosamente complesse sarebbe un’ora contro otto anni.Attualmente le loro potenzialità sono sfruttate nella logistica e nei trasporti, in cybersecurity e nei servizi finanziari oltre che in informatica, ad esempio vengono utilizzate per gestire il traffico o i veicoli a guida autonoma, per sviluppare un tipo di crittografia che nessuno sulla terra possa superare (considerato che, almeno potenzialmente, adesso ne avrebbero la possibilità) e permettono infine di monitorare la stabilità dei mercati e sviluppare nuove strategie di trading.
Quando la pandemia ancora in corso è scoppiata, i computer quantistici hanno dato un contributo notevole, in particolare quello chiamato Summit dell’IBM, colosso del settore informatico, che, grazie alla sua notevole potenza di calcolo (circa 200 milioni di miliardi di calcoli al secondo) ha simulato in pochi giorni più di ottomila composti per comprendere la diffusione e le possibili soluzioni per contrastare la diffusione del coronavirus. Un’operazione che avrebbe richiesto anni usando approcci tradizionali. Non è ancora stata trovata una cura, ma Summit e il team di ricerca che ne sta usufruendo hanno potuto raccomandare 77 promettenti composti di piccole molecole che potranno essere testati in laboratorio.
Considerato l’esorbitante costo di macchinari come questi le possibilità di un uso domestico e generalizzato sono ancora poche nell’immediato futuro; anche se in un decennio il prezzo è sceso da 10 milioni di dollari a circa 5mila per la versione “desktop” (SpinQ, commercializzato dall’omonima azienda cinese), occorre tenere conto dei limiti fisici dovuti alle condizioni in cui i processori quantistici operano, ragione per cui è molto difficile creare pc desktop con la stessa potenza dei server in mano alle potenze informatiche come Google o Microsoft. Del resto lo stesso SpinQ è pensato principalmente per scuole e università e ha una potenza di calcolo di appena 2 qubit, la stessa che in campo medico serve per ottenere immagini del corpo umano. Un computer del genere ha uno scopo illustrativo e didattico, perché paragonato a macchine come i sopracitati Summit o Zuchongzhi, non potrebbe reggere il confronto. Al momento l’uso dei computer quantistici è possibile attraverso il cloud, una modalità di accesso remota con cui ci si collega al server e se ne sfruttano le potenzialità senza avere accesso fisico a esso. La stessa IBM, attraverso una richiesta sul suo sito web, ne permette e incoraggia l’utilizzo.
Electra Arduini, 4A SIA