Gli studenti molto spesso hanno difficoltà a seguire le lezioni, a completare tutti i compiti assegnati, ad alzare la mano per chiedere a un insegnante di rispiegare un argomento piuttosto che un altro. A volte questo è dovuto a un impegno discontinuo o a un’attenzione incostante, ma altre nonostante la buona volontà e l’impegno i risultati non sono quelli sperati, per questo motivo potrebbe essere utile da parte degli stessi studenti proporre agli insegnanti alcune “buone pratiche”. (a cura di Giulia Beretta, 3A SIA)
La scuola è una seconda “famiglia”

Gli insegnanti convivono con i propri studenti, giorno dopo giorno, e ogni tanto li rimproverano di essere maleducati, ribadendo che i genitori a casa dovrebbero insegnare il giusto comportamento ai propri figli, non pensando magari al fatto che i ragazzi passano più tempo a scuola con i propri docenti piuttosto che a casa con i propri genitori. Dunque anche gli insegnanti dovrebbero imparare a conoscere i propri studenti come una seconda famiglia, indirizzandoli, educandoli, affiancando le famiglie nel difficile lavoro di crescere l’adolescente non solo come un vaso da riempire di nozioni, ma anche e soprattutto un individuo in fase di formazione che diverrà, un giorno non tanto lontano, adulto.
Giulia Beretta, 3A SIA