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n intricato gioco composto di bonus, malus, punteggi e giudizi. Azioni giuste e sbagliate dalle quali può dipendere il tuo futuro: privilegi lavorativi, fiscali o sociali nel primo caso, impedimenti economici o personali nel secondo. Non si tratta di un nuovo gioco di ruolo che permetterà di occupare l’estate con un passatempo diverso dal solito, ma della vita che tra relativamente poco i cittadini cinesi si troveranno a vivere e che in parte già adesso ha preso piede. Per molti di essi non deve apparire nemmeno troppo sconvolgente, ma guardando la situazione con un occhio più “occidentale” il tutto sembra surreale.
Il governo cinese progetta da anni un sistema capace di catalogare praticamente ogni decisione presa, sia dalla singola persona sia dalle attività, allo scopo di creare una “fedina comportamentale” che possa rendere più semplice capire quanto gli altri possano essere affidabili. Il “Sistema di Credito Sociale” prevede infatti un meccanismo di ricompense e punizioni in base ai post sui social media, al proprio orientamento politico o qualsiasi altra attività quotidiana. Ad agevolarlo sono anche la moltitudine di telecamere (più di 170 milioni) sparse in ogni angolo del paese, senza dimenticare che la Cina è tra i leader mondiali nell’ambito delle tecnologia per la videosorveglianza.
Inizialmente il suo principale obiettivo era economico (le società o imprese rappresentano infatti più del 70% dei soggetti inclusi in questo sistema), ma si è poi ampliato per cercare di costituire un’atmosfera nazionale basata su sincerità, fiducia e affidabilità, almeno stando alle dichiarazioni d’intenti. Il Partito cinese si è ispirato a modelli come quello americano (FICO) o tedesco (Schufa), usati per predire comportamenti economici futuri attraverso intelligenze artificiali, partendo da questi per progettare una versione più avanzata che comprenda più aspetti possibili.
Prima dell’era digitale venivano usati fascicoli fisici contenenti le informazioni più rilevanti di ogni persona, che insieme al sistema di registrazione delle famiglie possono essere considerati i precursori del Credito Sociale. Ancora oggi in Cina esistono delle figure incaricate di un controllo “analogico” sui villaggi piuttosto che su quartieri o complessi residenziali nelle città.
È quasi scontato il paragone con Orwell e la sua visione di un continente affidato a un “Grande Fratello”, dove addirittura pensare è pericoloso per la propria reputazione come per la vita stessa. In Cina ancora non si è raggiunto un livello simile, ma ad esempio le preferenze di acquisto o la cronologia online potranno escludere un cittadino da determinate scuole o lavori, da hotel o voli, o ancora potrebbero portare a un rallentamento della rete Internet o all’inclusione in una lista nera. Inoltre il punteggio o rating di un cittadino influenzerà anche quello di chi lo frequenta: uno scenario agghiacciante che minerebbe qualsiasi tipo di rapporto o interazione sociale.
Tra le ricompense invece troviamo l’accesso facilitato a viaggi, spostamenti, affitti e finanziamenti guadagnabili con un rating alto: essendo puntuali nel pagamento di fatture, facendo volontariato o investendo denaro. Per avere un’idea di come potrebbe funzionare basta guardare la puntata “Caduta libera” (titolo originale “Nosedive”) della terza stagione della serie televisiva Black Mirror, in cui la protagonista vive in un mondo in cui l’accesso a qualunque servizio è vincolato al punteggio che ognuno riceve sulla base del gradimento espresso dalle persone che frequenta. In questo caso il “Grande fratello” è occidentale, il che dovrebbe far riflettere sul fatto che un sistema di “credito sociale” basato su intelligenza artificiale e social media potrebbe affermarsi anche alle nostre “latitudini” e forse si sta già affermando.
La differenza tra il mondo distopico presentato in “1984” e quello cinese è che non sarà un algoritmo a determinare il punteggio da assegnare a ogni individuo perché l’intervento umano rimane essenziale affinché si riducano al minimo eventuali errori di valutazione. Al momento questo sistema ha prodotto un gran numero di “risultati”: le aziende e i cittadini iscritti in liste nere sono più di 10 milioni, le transazioni per biglietti aerei sono state bloccate 18 milioni di volte e quelle per i biglietti dei treni 5,5 milioni. Inoltre a quasi 130 persone è stato vietato di lasciare la Cina a causa di tasse non pagate.
Electra Arduini, 4A SIA