I gatti non hanno ancora conquistato la Terra, ma sicuramente hanno già conquistato il mondo di Internet.
Certo, come ha osservato Miles Orvell, docente di Storia della Cultura Visiva alla Temple University di Philadelphia, Internet ha solo reso più diffusa e visibile una nostra vecchia passione. Durante i secoli, infatti, questi piccoli felini hanno assunto diversi significati: nell’Antico Egitto sono stati animali sacri che, con il passare dei secoli, hanno incuriosito anche i Romani che, insieme ai Fenici, ne hanno promosso la diffusione in tutto il mondo allora conosciuto. La loro fama non è però sempre stata positiva: durante il Medioevo, per esempio, sono stati considerati il male a causa della Chiesa che demonizzava tutto ciò che fosse di origine pagana.
La loro popolarità è comunque cresciuta con il tempo: dalla letteratura fino ad arrivare alla cultura popolare visiva e televisiva, come testimoniano “Tom e Jerry” o “Gatto Silvestro”.
Ma come hanno fatto i gatti a diventare il mattone essenziale di Internet?
Nel 2005, Steve Chen, uno dei co-fondatori di Youtube, ha pubblicato “Pyjamas playing with a rope”, un video in cui giocava con il proprio gatto con una corda e che è stato il primo con tale felino sulla piattaforma. L’anno successivo è stato pubblicato “Puppy vs Cat”, che oggi ha raggiunto 16 milioni di visualizzazioni. Secondo la CNN (Cable News Network), la più importante emittente televisiva statunitense via satellite, nel 2015 c’erano già oltre 6 milioni di immagini di gatti su web.
Ma cosa ci spinge a guardare un video o un’immagine con un gatto? Molti risponderebbero: proviamo tenerezza.
Secondo la sociologa Sharon Kinsella, infatti, i gatti sono animali delicati, indifesi e fragili, quindi qualcosa da proteggere. Inoltre, come sostiene Konrad Lorenz, i gatti hanno caratteristiche simili a quelle di un bambino (gli occhi grandi e tondi, naso e bocca piccoli, volto tondo, arti corti e corpo paffuto): tali caratteristiche sono considerate adorabili e questo motiva i comportamenti di cura e protezione nei loro confronti.
Tuttavia l’immagine dei gatti può essere associata anche a intenti di protesta, come è avvenuto con i Lolcat.
I Lolcat sono immagini divertenti di gatti con giochi di parole, citazioni famose e battute, nati alla fine dell’Ottocento, ancor prima dell’invenzione della Rete: alcuni fotografi infatti cominciarono a pubblicare cartoline che ritraevano gatti in pose strane, con frasi simpatiche.
Nel molto più recente 2015 Lolcat sono invece stati pubblicati per smorzare i toni delle politiche contro l’immigrazione: mentre il leader leghista Matteo Salvini prometteva di usare le ruspe contro chi sbarcava in Italia, la pagina facebook “Progetto Kitten” con l’hashtag #gattinisusalvini chiedeva agli utenti di inondare la pagina facebook del politico di foto di gatti.
Un altro fattore che ha portato i gatti a diventare importanti sulle piattaforme Internet è il social petworking: si tratta di piattaforme dedicate ai loro padroni dove condividere le foto dei propri cuccioli, ma anche cercare pet sitter e strutture che accolgano i nostri amici a quattro zampe. Solo nel 2015, circa 350 mila proprietari di gatti avevano creato un account social (soprattutto su Instagram e Snapchat) per il loro felino da compagnia: si trattava per lo più giovani tra i 18 e i 34 anni che spesso miravano a far diventare i loro gatti delle vere e proprie star del web.
A sfruttare il senso di tenerezza indotto dai gatti nei consumatori è stato anche il mondo del design tecnologico e del marketing, attraverso la produzione e la vendita di prodotti ritenuti adorabili: un esempio tra tutti è quello di Hello Kitty e le partnership sviluppate dal marchio Sanrio per la creazione di prodotti con caratteristiche simili a quelle del personaggio.
In definitiva dunque se noi amiamo considerarci i “padroni” di questo pianeta, i gatti lo sono sicuramente del mondo digitale. E forse non si fermeranno a quello.
Martina Salanitro 4A RIM