Al giorno d’oggi l’inquinamento globale è uno dei fattori d’instabilità più importanti al mondo, senza contare che con l’attuale crisi energetica gli stati sono incentivati a investire su fonti che peggiorano il livello di inquinamento, ma che rimangono quelle meno dispendiose e quindi più adatte a superare indenni il periodo attuale.Tuttavia una serie di studi hanno aperto la strada alla possibilità di sfruttare la stessa anidride carbonica che ha dato tanti problemi e immagazzinarla per lunghi periodi di tempo senza emissioni nell’atmosfera.
Tra le aziende che sono all’avanguardia in questo campo c’è la milanese “Energy Dome”, che è stata in grado di sviluppare questo nuovo tipo di batteria chiamata “CO2 Battery” con l’obiettivo di potenziare le fonti di energia rinnovabili e di conseguenza potenziare la transizione energetica. “Voci di Corridoio” ha contattato la società per chiederle come funziona la tecnologia che stanno sperimentando per capire quali sono i potenziali campi di applicazione.

Questi impianti, chiamati “dome”, immagazzinano e comprimono l’anidride carbonica con una pressione pari a 65 atmosfere. In queste condizioni il gas diventa un liquido e viene mantenuto tale fino al momento in cui serve energia, a quel punto l’anidride carbonica viene riconvertita in gas e la sua espansione alimenta una turbina che produce energia fino a 200MWh, almeno stando agli ultimi prototipi. Quando poi l’energia non è più necessaria la CO2 viene nuovamente compressa e conservata in stato liquido in attesa di un successivo uso.
Prima della nascita della “CO2 Battery” erano già state sviluppate tecnologie simili, ma utilizzavano come cupola per l’immagazzinamento di gas delle caverne di sale naturali e, oltre alla specificità del sito di stoccaggio, erano richieste alte quantità di energia. Al contrario le “CO2 Battery” non richiedono un alto consumo di corrente e le “dome” possono essere costruite in qualsiasi luogo con componenti già messi a disposizione sul mercato da venditori certificati a livello globale, e hanno una “round trip efficiency” del 75% (questo parametro definisce quanta dell’energia stoccata è poi effettivamente disponibile per essere usata ed è determinante nel valutare la “qualità” di una batteria) che si mantiene con le stesse prestazioni fino a 30 anni.
La tecnologia è completamente priva di rischi e pronta per la commercializzazione, infatti in Sardegna c’è già un sito funzionante da maggio 2022.Tramite questa tecnologia sarà possibile risolvere il problema della scarsa affidabilità degli impianti fotovoltaici ed eolici: affiancandoli a questa batteria sarà possibile ottenere un flusso stabile di energia. La Energy Dome si è posta come obiettivo essere simbolo e leader di un nuovo capitolo della transizione energetica e della lotta contro l’inquinamento e con la CO2 Battery sembra avere le carte in regola per raggiungerlo.
Stefano Cau 5A SIA