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martedì, Luglio 15, 2025
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Alla scoperta della realtà virtuale

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L’

espressione “realtà virtuale” indica varie tecniche di simulazione di situazioni reali attraverso l’utilizzo di computer e interfacce sviluppate ad hoc: grazie al progresso della tecnologia, la realtà virtuale permette di navigare immergendosi in ambienti fotorealistici, cioè simili alla realtà, e interagire con gli oggetti presenti al loro interno in tempo reale.

LE ORIGINI DELLA VR

Il Sensorama

Questa tipologia di simulazione nasce nel 1962 con Morton Heilig inventore di Sensorama, un’esperienza che poteva coinvolgere i cinque sensi nello stesso momento in modo realistico, immergendo lo spettatore nell’azione che si svolgeva su uno schermo. Si presentava come un primitivo cabinato da sala giochi in grado di simulare, ad esempio, l’esperienza di stare a bordo di una motocicletta per le strade di Brooklyn e al contempo sentire il vento in faccia, le vibrazioni della moto grazie ad un sedile meccanico, l’audio stereo e gli odori della città riprodotti in 3D: per quell’epoca era un oggetto davvero rivoluzionario, peccato che a causa del costo elevato e della tecnologia ancora arretrata non ha mai preso piede. Nel 1965 Ivan Sutherland realizza “La Spada di Damocle”, ossia il primo visore 3D rudimentale collegato ad un computer, il quale generava immagini ed era così pesante da dover essere appeso con un braccio collegato al soffitto per poterlo indossare.

Il termine vero e proprio “realtà virtuale” o “VR”(Virtual Reality) viene però coniato solo nel 1989 dall’informatico statunitense Jaron Lanier, pioniere del campo all’epoca, ma presto, nei successivi anni ’90, per via del suo eccessivo uso in ambito culturale, cade in disuso

LA VR MODERNA

Il Playstation VR

A richiamare nuovamente l’attenzione sulla VR sarà, dopo più di 20 anni, l’ingegnere Palmer Luckey, che nel 2012, all’età di 19 anni, realizza l’Oculus Rift, il primo visore per la realtà virtuale moderno, il quale ha riscosso grande successo soprattutto nel settore del gaming: esso ha così dato avvio alla cosiddetta “corsa al visore” da parte delle grandi multinazionali informatiche. Uno dei più famosi è il Playstation VR, sviluppato dalla Sony, che assieme ad altri accessori è utilizzabile solo con la relativa console; esempi di visori concorrenti (collegabili solo con un PC) sono l’HTC Vive, il Razer OSVR, il Samsung Gear VR e altri simili.

LA VR PER LA SICUREZZA…

La suddetta tecnologia trova applicazione in molteplici ambiti, ad esempio nei corsi sulla sicurezza/training alla medicina fino ad arrivare all’architettura. Diverse aziende di solito forniscono video-corsi di formazione sulla sicurezza prima di assumere nuovo personale e subito dopo fanno sostenere loro un test a risposte multiple al fine di verificare quanto appreso dai corsi: con la diffusione sempre più capillare della realtà virtuale, però, si è messa in discussione l’efficacia di tali test, provando a sostituirli con prove pratiche basate su simulazioni di contesti pressoché veri e pericolosi. Tutte le imprese che hanno adottato questa pratica hanno scoperto che i loro utenti imparano più velocemente e conservano più informazioni dopo la formazione: infatti, seguendo il principio “learning by doing”(tradotto: “imparare facendo”) si alza la curva di attenzione da parte degli interessati che, grazie all’ausilio dei visori 3D e dei contenuti simulati, sperimentano un’esperienza assai vivida che, coinvolgendo vista, udito e movimento, migliora le loro capacità di memorizzazione.

NELLA MEDICINA…

In campo medico l’uso della realtà virtuale si è rivelato fondamentale per curare pazienti che soffrono di paure e fobie: attraverso la sperimentazione di ciò che temono in dosi piccole e controllate, che aumentano in modo progressivo con il progredire della terapia classica, i pazienti hanno la possibilità di elaborare le proprie paure senza lasciare il comfort e la sicurezza dello studio del terapista, che a sua volta può osservare il caso con maggiore accuratezza, senza che l’altra persona si agiti troppo in luoghi pubblici.

…E NELL’ ARCHITETTURA

Infine nel settore architettonico la VR rappresenta una soluzione valida, poiché permette agli architetti di dimostrare a tutti gli effetti le motivazioni per le quali un progetto debba essere supportato da un cliente: utilizzando questi dispositivi l’utente ha infatti l’opportunità di visualizzare l’idea proposta in un ambiente 3D interattivo, capace di fornirgli una visione completa di una specifica stanza e di rispondere a tutti i suoi dubbi. Questo porta altri vantaggi ai progettisti: bassi costi di avvio del proprio studio, poiché per una configurazione VR non si spende molto; competitività, perché avere in dotazione attrezzature del genere attira con facilità possibili acquirenti; riduzione dei tempi di progettazione e semplificazione della raccolta di feedback, quindi di eventuali modifiche da apportare.

Si ipotizza che nei prossimi anni questo mercato oltrepassi i 120 miliardi di dollari e c’è chi pensa che questi dispositivi potranno un giorno essere collegati direttamente al cervello, forse in grado di catapultarci davvero in una vita virtuale a tutto tondo.

Alessandro Buttiglieri 5A SIA

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