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venerdì, Settembre 13, 2024
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Gli studenti del Casale raccontano la paura del futuro

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La paura del futuro è una delle sensazioni che prova gran parte dei giovani; c’è chi la sente negli ultimi anni di scuola superiore e chi già dai primi, ognuno in maniera differente. È quella paura che non sai come mandar via, quella che se esponi ad un adulto,  solitamente ti senti rispondere che crescendo le idee si chiariscono. Il problema è che quando ci si ritrova agli ultimi anni di scuola, il tempo a disposizione per scegliere sembra diminuire, non che ci sia un timer da non far scattare, ma l’idea di finire la scuola e non avere le idee chiare spaventa parecchio. “Voci di Corridoio” ha intervistato ragazzi di varie fasce di età, per raccontare  storie di giovani che convivono con questa paura.

MENNA

Tra loro una ragazza del quarto anno: si chiama Menna, ha 17 anni e quando pensa al futuro prova smarrimento, ansia e paura di non sapere cosa fare dopo la scuola.

«Non ho paura di sbagliare, ritengo che sbagliando si impari, ma nonostante questo provo comunque la stessa sensazione di smarrimento che provano gli altri giovani, a cui si aggiunge il fatto che non sono di origini italiane. Oggi non c’è uguaglianza in Italia, spesso le persone straniere vengono messe da parte o evitate. In un contesto lavorativo si preferisce molto spesso un italiano per lavori qualificati, mentre agli stranieri vengono affidati i lavori più faticosi e considerati “inferiori”».

Menna  spera come tutti che questo possa cambiare, che un giorno tutti vengano considerati alla stessa maniera e che quindi una parte delle sue preoccupazioni possa svanire, nel frattempo guardando al futuro le domande che si pone sono molte: «Cosa mi piace davvero? Meglio iscriversi all’università? A quale facoltà? Forse dovrei andare a lavorare? Ma non saprei neppure se in Italia o all’estero».

Questi timori solitamente non sono affrontati nelle scuole, o perlomeno non nel modo corretto. «A mio parere – spiega – le scuole dovrebbero orientare maggiormente gli alunni circa il mondo del lavoro o indirizzarli e aiutarli nella scelta di un’università adeguata, accompagnandoli nel percorso che hanno paura di affrontare, magari dedicando lezioni all’argomento, momenti di dialogo fra professore e alunni, oppure creando attività di orientamento in uscita maggiormente organizzate, in modo tale da rendere i ragazzi più consapevoli».

DANIELE       

Il secondo intervistato di “Voci di Corridoio” è Daniele, studente di 5A SIA, il quale confessa subito di provare sentimenti contrastanti in merito. «Non ho nessuna certezza su ciò che potrebbe succedere anche solo tra qualche anno, quindi un pò di ansia c’è, nonostante io senta di avere una strada da seguire. E’ più un’impressione che una convinzione, ma credo che troverò il modo per realizzarmi come persona». Probabilmente non con un percorso universitario, visto che «non penso di continuare gli studi, ma di cercare da subito un lavoro ed affiancare a questo dei corsi, magari un Its, in modo da ottenere delle certificazioni e specializzarmi in ciò che mi potrebbe servire più avanti». La scuola lo ha aiutato tanto nel suo percorso:

«Mi sono trovato molto bene e ho avuto modo di approfondire aspetti che sicuramente mi serviranno nella vita».

Come si vede a 50 anni? «Penso e spero che a quell’età sarò stato in grado di realizzare i miei obiettivi; non punto a una grande carriera, non voglio che la mia vita si basi solo sul lavoro, invece vorrei dedicarmi di più a me stesso e alle persone che mi stanno e staranno accanto».

GABRIELE

Anche Gabriele, classe seconda, si lascia intervistare da “Voci di Corridoio”. Quando gli si chiede se ha paura del futuro la risposta è schietta: «Sì un po’ di paura ce l’ho, però per il momento non mi preoccupo più di tanto. Come tutti ho qualche dubbio, ma a mio parere sono dubbi che si possono risolvere tranquillamente o comunque che si potranno risolvere in futuro». Gabriele è uno di quei ragazzi che ha già in mente cosa fare, più o meno, dopo la scuola. Essendo soltanto in seconda del resto ha ancora qualche anno di tempo per progettare nel dettaglio il suo futuro e quindi

«al momento non provo le stesse ansie che può provare un ragazzo di 18 o 19 anni».

Però ci ha confessato che a volte avverte anche lui «una paura vaga di non riuscire, un domani, a realizzarmi come vorrei e questo mi mette a disagio». Gabriele conclude dicendo che spera comunque di riuscire ad ottenere ciò che vuole e di raggiungere i suoi sogni.

Martina Giovinazzo – Amelia Kajno 4C TUR, Sara Grechi 5A SIA

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