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giovedì, Giugno 12, 2025
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Eutanasia, perché sono favorevole: il diritto di decidere

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L’ eutanasia è un tema che recentemente è diventato sempre di più oggetto di discussione anche in Italia, soprattutto dopo che la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario proposto in merito dalla popolazione. Nello specifico si trattava di un referendum per l’abrogazione parziale dell’art. 579 del Codice penale, ovvero l’omicidio del consenziente: l’intento del referendum era quello di rendere legali l’eutanasia attiva e il suicidio assistito, trattamenti attraverso i quali è possibile dare alla persona in questione una fine molto meno dolorosa rispetto alla sospensione delle cure (eutanasia passiva), che al momento è l’unico dei tre metodi che è legale in Italia e che spinge molti a trasferirsi in Svizzera, Paese in cui la situazione è molto diversa. Infatti all’interno del territorio svizzero abbiamo due organizzazioni (“Exit” e “Dignitas”, fondate entrambe prima del 2000) che offrono il suicidio assistito come servizio riservato solo a categorie specifiche di persone, ovvero malati gravi oppure persone con disabilità o problemi di vario genere molto limitanti. Trasferirsi in Svizzera per accedere ai loro servizi, però, per molti italiani è una scelta non economicamente sostenibile. 

La Svizzera tuttavia non è stato l’unico Paese in territorio europeo a compiere passi in questa direzione: infatti ne troviamo altri quattro (Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Spagna) e in tutti questi stati possiamo affermare che l’introduzione di questa possibilità è risultata come una novità positiva che ha aiutato la popolazione. Tutti e tre gli stati (la Spagna è esclusa a causa di mancanza di dati, vista l’introduzione molto recente del servizio) segnalano che a partire dall’approvazione delle leggi sulla “buona morte” il numero di persone che hanno deciso di sottoporsi a eutanasia è stato via via crescente, riguardando nella maggior parte dei casi uomini o donne oltre gli ottant’anni e malati di cancro; nei Paesi Bassi e in Belgio la possibilità di richiesta è stata estesa anche ai minori malati terminali e fino ad ora ha riguardato 15 giovani nel primo paese e 4 nel secondo. 

img eut. referendum

Tornando in Italia, possiamo dire con certezza che il fallimento del referendum sull’eutanasia non è stato causato da un governo conservatore che si rifiuta di legalizzare un servizio del genere, è molto più sensato parlare di quanto sia limitato il referendum abrogativo come strumento: infatti, avendo solo la possibilità di rimuovere parti di articolo e non potendo aggiungere o modificare nulla, non è stato possibile creare una richiesta di riforma che rispettasse a pieno la Costituzione, motivo per cui la Corte Costituzionale si è trovata a dover bocciare la richiesta. Si può quindi dedurre che la popolazione con gli strumenti attuali non ha la capacità per mettere parola su una riforma di legge così complessa e l’alternativa è aspettare che il Parlamento prenda in considerazione la faccenda, rispetto alla quale abbiamo già trovato partiti che hanno appoggiato il referendum. Non resta che diffondere il messaggio che per quanto sia giusto salvaguardare e proteggere la vita ci sono dei casi in cui rimane talmente poco da proteggere che non ne vale più la pena, motivo per cui lottare per l’approvazione dell’eutanasia significa lottare per dare a quelle persone un modo per smettere di soffrire.

Stefano Cau, 4A SIA

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